Prendete Gerswhin, Ravel, Cole Porter e Puccini, amalgamateli e rosolateli ben bene al sole tropicale di Rio de Janeiro, fateli rotolare nella scarpata spazio-temporale che separa il XX dal XXI secolo carioca, dove la samba, il choro e il baiano si impigliano fra i capelli e impregnano le fibre dei vestiti, presentategli Villa Lobos e Jobim ed ecco che avrete un'idea approssimativa, ma plausibile, della musica di Guinga.Melodie che si snodano con una naturalezza ed una contabilità incredibile, dal momento che poggiano su percorsi armonici di inusitata e accidentata imprevedibilità e emozione, sparsa a piene mani, con incontenibile necessità.Musica alta e popolare allo stesso tempo. |