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Gluck Christoph Willibald
Orphée et Eurydice
Brown, Fouchecourt, Dubosc, Le Blanc
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recensione di SilBer (2005-04-12 10:37:31.0 da 137.204.140.125) |
Mi ricorda un poco un'altra incisione del capolavoro gluckiano, uscita vent'anni fa e anche quella in sordina; e senza clamori rivelatasi una delle più interessanti mai fatte dell'Orfeo (in quel caso nella versione originale di Vienna, 1762), e infatti stroncatissima come tutte le volte che esce qualcosa di originale: parlo dell'edizione diretta da Frieder Bernius, con Michael Chance, controtenore, protagonista e pubblicata nella serie Vivarte della Sony. E questa incisione Naxos della versione parigina un poco me la ricorda perché nemmen qui ci sono nomi altisonanti, ma cantanti e direttore sono bravissimi e così pure le maestranze corali e orchestrali. Ovvio che il tenore Fouchécourt - perfetta copia moderna dell'haute-contre settecentesco -, coi suoi falsetti e gli acuti femminei, non possa essere l'Orfeo ideale per un orecchio d'oggi, che nel ruolo ricorda Simoneau, rimpiange Gedda e sogna Diego Florez. Ma i Legros del tempo, probabilmente cantavano proprio così, e l'eleganza di Fouchécourt è un plusvalore non negligibile alla competenza stilistica. Rischia di farsi preferire perfino all'alternativa (in disco) stellare, ma fin troppo monumentale e risolta - al solito - più a livello strumentale che di canto, del Gran Minkowski (hony soit...) |
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