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Fauré Gabriel + Franck
Quartetto per archi in mi minore + Quartetto per archi in re maggiore
Quartetto Dante
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| recensione di Soundandmusic (2008-09-20 16:31:39.0 da 82.90.69.163) |
| Sebbene molti musicologi li abbiano considerati completamente antitetici, in realtà Gabriel Fauré e César Franck furono legati da molte cose. Per esempio, nessuno dei due fu mai un vero compositore teatrale, né un sinfonista nel senso più stretto del termine e nemmeno un orchestratore dalla fantasia sbrigliata come Berlioz o Rimsky Korsakov. Al contrario, sia Fauré sia Franck coltivarono un assorto intimismo, peraltro senza raggiungere quasi mai la profonda riflessione e la trascendenza connaturate al termine francese intériorité. Queste meravigliose opere che chiudono due carriere esemplari dimostrano in entrambi i casi una eccezionale maturità tecnica ed espressiva. Il Quartetto di Franck sperimentò nuove soluzioni sotto l?aspetto formale, un fatto che si può notare soprattutto nella struttura molto elaborata che caratterizza il primo movimento. Il discorso musicale viene portato avanti anche da pause improvvise, che sembrano quasi voler mettere in discussione la validità di questo approccio stilistico; va notato che l?incisività retorica di queste pause venne ripresa alcuni decenni più tardi da Debussy, che avrebbe inserito l?utilizzo espressivo delle pause tra le sue scoperte più significative. A giudicare dalla sua tonalità modale, il Quartetto per archi in mi minore di Fauré sembra volersi riallacciare ai grandi maestri del passato, al punto che molti critici tendono a considerarlo un modello di ?intériorité?. |
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