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Cesti Antonio
Le disgrazie dell'amore
Ipata, Arcari, Schiavo, Zanasi, Lopez
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| recensione di Soundandmusic (2010-03-02 19:12:10.0 da 82.90.69.163) |
Deliziosa via di mezzo tra una farsa grossolana e una satira ricca di allusioni salaci, l??opera comica morale? di Cesti mette in burla gli dei pagani e gli sfrenati eccessi causati dalle passioni amorose. Nato ad Arezzo nel 1623 e morto a Firenze nel 1669, Pietro Antonio Cesti fu con Francesco Cavalli il protagonista più illustre del panorama operistico veneziano del XVII secolo. Come molti altri artisti del Seicento, Cesti ebbe una vita molto avventurosa, che lo spinse a cimentarsi con un gran numero di lavori, tra cui quelli di cantante, attore, compositore e maestro di cappella. Inoltre, come Vivaldi, Cesti prese gli ordini sacri e, al pari di Stradella, morto assassinato, concluse la sua fortunata carriera di compositore in maniera mai del tutto chiarita, probabilmente avvelenato. Cesti compì numerosi viaggi, dividendo la sua attività tra la Serenissima e la corti di Firenze, Vienna e Innsbruck. L?opera proposta in questo cofanetto doppio venne scritta per la corte degli Asburgo e presenta la geniale sintesi propria dell?ambiente viennese tra l?approccio comico e parodistico dell?estetica veneziana (particolarmente evidente ne La Calisto di Cavalli) e la dimensione edificante che permeava tutte le opere messe in scena nella Vienna del XVII secolo. L?interpretazione è affidata a un eccellente cast di cantanti specializzati nel repertorio sei-settecentesco accompagnato dall?ensemble di strumenti originali Auser Musici diretto da Carlo Ipata.
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